Lascia il calcio giocato, almeno così annuncia sula sua pagine facebook, Giuseppe Grieco, ragazzo d’altri tempi e di cui ci onoriamo essere amici. Ha sempre giocato con passione, con il cuore qualunque maglia abbia indossato. Leggiamo alcune frasi che ha scritto sul suo diario.

“E’ giunto il momento – scrive Giuseppe Grieco -. Si è giunto il momento amico mio di dirci addio (riferendosi al pallone, ndr). Avrei voluto accarezzarti altri 10 anni ma il destino ha voluto che non andasse così. È giunto il momento di ringraziarti per tutte le gioie, le emozioni che mi hai dato in in tutti questi anni che solo tu sai dare. Ti ringrazio per avermi insegnato miliardi di cose, come quello che oltre a far divertire, si perché tu, proprio tu una semplice sfera, ingenuamente riesci a far sparire tutti i problemi che ci frullano in questa dannata testa, ma non smetterò mai di ringraziarti perché hai il potere che da un semplice gioco ci trasformi in uomini. Io grazie a te posso dire che sono uomo.
Mi mancheranno gli spogliatoi, gli scherzi, le trasferte, i ritiri, la tensione prima della partita, quel magone in gola, la paura di non farcela,mi mancherà quel rettangolo verde…. – continua Giuseppe Grieco –. Non mi
mancheranno gli infortuni amico mio, ma per niente, anzi….Ci dividiamo perché il destino ha voluto così, qualcosa nel mio fisico non gira come dovrebbe, quindi a malincuore sono costretto a dire hai vinto tu. Non si può sempre vincere. Chiudo con una frase che da piccolino mi diceva un mio professore.
“sei un pazzo!! Rifiuti gite scolastiche per correre in mutande dietro un pallone. Assurdo!!” Non aveva torto. Correvo dietro quel pallone con un sorriso a 60 denti perché quel pallone “È IL MIO MIGLIORE AMICO”. Non doveva finire così.