San Severo: tanti nodi da sciogliere. Scorpiamo cosa sta succedendo.

A cinquanta giorni dalla scadenza per l’iscrizione al campionato di seire D, i nodi da sciogliere sono tanti per il San Severo calcio. Il tempo c’è ma servono segnali immediati per non perdere quest’altra ricchezza sportiva come già successo con la Pallacanestro a San Severo. Si saprà solo agli inizi del prossimo mese quello che sarà il nuovo progetto del San Severo calcio che ha raccolto una meritata permanenza in serie D. Ad oggi nulla è dato sapere, ma è probabile che tutto ruoto intorno alla disponibilità del campo sportivo Ricciardelli di San Severo. Per tanti fattori: prima di tutto per gli sponsor, poi ancora per gli incassi e per far sentire sua la squadra alla stessa città.

Nella stagione che si è appena conclusa, la squadra ha giocato allo Zaccheria prima, al Miramare poi e poi ha concluso le stagione a Lucera. Un danno economico di non poco conto per una matricola e per una società che si è riaffacciata alla seire D dopo oltre 20 anni. Ecco perchè il nodo del Ricciardelli potrebbe essere determinante per sapere che San Severo sarà.

La volontà è di andare avanti c’è da parte della società e questa è già una bella notizia per la tifoseria, ma devono esserci le condizioni affinché il progetto del prossimo San Severo possa crescere ed essere amato dalla città. Non usa giri di parole il presidente Dino Marino che torna a chiedere il supporto di istituzioni, sponsor, del movimento calcistico della città. “Non avrebbe senso affrontare un altro campionato interlocutorio, o si rilancia con l’ambizione di costruire insieme un progetto ancora più vincente oppure ci regoleremo di conseguenza”.

Il rischio sarebbe perdere il prezioso patrimonio del tecnico Emilio Longo. Lui a San Severo vorrebbe rimanere, ma con un progetto ambizioso e con la squadra che giochi sul proprio campo. Serve un’accelerata per non vanificare quanto di buono è stato prodotto nelle ultime stagioni. “Quella promozione in serie D è stato il coronamento di un sogno – ricorda il massimo dirigente – per una società di appassionati che aveva come obiettivo quello di riportare il calcio di vertice in città. E la salvezza di quest’anno, se possibile, è stata ancora meglio. Non sono mancate le note dolenti in questi anni. Al nostro grande impegno non ha fatto eco alcun ritorno. Abbiamo vissuto momenti difficili e con grande sofferenza, anche personale. Abbiamo scommesso su atleti giovani, atleti sanseverese che hanno deciso di rimanere con noi. E non posso che ringraziare profondamente tutti coloro che hanno scommesso con noi. Nessuno però al di fuori ha risposto ai nostri appelli”. 

Ora è evidente che da soli non si va da nessuna parte, si diventa isole solitarie e si rischia di affondare. Un anno di transizione va bene, ma non si potrebbe mai chiedere altri sacrifici come quello fatto dalla dirigenza o dallo staff e dai ragazzi.

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