Un ragazzo umile, uno che con la palla ci sa fare. Se lo vedi giocare capisci subito che non ha nulla a che fare con queste categorie. E’ il “cervello” della sua squadra in campo, un artista con le bullonate ai piedi. Passo cadenzato, un calcio che fa cantare il pallone, la mente che viaggia a velocità doppia. Direttore d’orchestra, Claudio Ragno è uno di quei registi che, pur in un calcio fatto di corsa e intensità, sa ancora toccare la palla col compasso. In mezzo al campo detta legge. Doma il pallone con la facilità del veterano e il sorriso di un bambino, quasi si divertisse, con irriverenza, sfuggendo alla morsa degli avversari. Claudio Ragno è pezzo pregiato del San Ferdinado, eppure di giocare a pallone non ne aveva più voglia nonostante la sua giovane età (’94). Nel Parma da giovanissimo con un carriera assicurata, poi una brutta pubbalgia con la compagine emiliana che lo manda in serie D, anche in questo caso 12 gare di fila con voti superlativi, poi la ricaduta. Lo hanno convinto a ritornare in campo i dirigenti della squadra della sua città. E’ tornato ed ha dettato legge, come tutti prevedevano.
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