Cerignola capolista. Dopo Prima e Promozione, ora sotto anche l’Eccellenza!

Vetta raggiunta, ora l’Audace Cerignola nel campionato di Eccellenza guarda tutti dall’alto. Lo scacco matto alle avversarie è cosa fatta. L’ambizione come medicina. Tendere verso l’alto per scordare la discesa agli inferi degli anni passati.

E’ la storia di questo Cerignola che sembra non avere avversari in questo momento sotto la guida del neo tecnico Francesco Farina. Marinaro, Martinez, Colucci, Albanese e Pollidori studiano anche in questa stagione da attori-protagonisti. Di nuovo, dopo aver dominato la scena per un biennio a suon di record in Prima ed in Promozione.

Cambia il teatro, cambia la platea, non il copione. Pare sia universale. L’Audace Cerignola, doveva essere la regina, la protagonista assoluta. Con molta probabilità, toccando ferro s’intende, sarà così. Sono giorni in cui la matematica piace a tutti i tifosi gialloblu.

Semplifica la vita, fotografa la realtà in un’operazione. Sorride anche a chi, tra i banchi di scuola, non l’ha mai amata. Però per Lasalandra, Ciano, Altares, Gadaleta e Morra i conti non sono finiti, c’è ancora una stagione tutta da vivere, tutta da scrivere per il grande salto in serie D. Una gioia sublime, oggi, per tutti. Soprattutto per chi la causa la difende da sempre, anche quando il nome della Cerignola sportiva era sparito dal panorama del calcio regionale.

Invece, con la perizia dell’ingegnere e la pazienza dell’artigiano, i cerignolani storici, rimasti sempre fedeli ad una bandiera che è il loro stendardo sin da quand’erano bambini, hanno costruito la casa mattone dopo mattone. Non è passata una vita dai tempi bui della Prima categoria ad oggi. Nel mezzo, c’è la storia di chi ha voluto cambiare le vesti senza farsi troppo notare, togliendosi di dosso quelle vecchie, lercie, ormai figlie di un tempo che non c’è più, per cucirsene addosso di completamente nuove.

Certo di strada ce ne ancora tanta da fare, e Ladogana, Colangione, Oliva, Vurchio e Russo dovranno sudare, e parecchio prima di poter festeggiare. Dovrà sporcarsi le mani e leccarsi le ferite, questo Cerignola nei restanti ciqnue mesi di campionato. Però dallo spogliatoio ofantino arrivano segnali importanti, messaggi di guerra per le corazzate della categoria (Altamura, Casarano, Bitonto e Barletta su tutte). Il gruppo ha trovato un gioco, i tempi per dettarlo e il collante tra gli interpreti. Chi gioca dà tutto, applica alla lettera ciò che predica Farina. Chi entra non solo non fa rimpiangere chi esce, ma fa la differenza. Fattore importantissimo, in campionati così elevati tecnicamente.

“Qui c’è un grande gruppo – commenta il tecnico Farina -, un gran Cerignola, una squadra vera. Quando parlo di gruppo non intendo lo stare insieme, dopo gli allenamenti o le partite, per momenti conviviali, anche di goliardia. E’ anche quello. Ma il gruppo lo si vede in campo. Lo vedo in giocatori che entrano un minuto e fanno uno scatto di sessanta metri, o in chi esce e balza dalla panchina facendosi tutto il campo per abbracciare tutti. Questo volevo e questo vedo, bene così”.

Qualcuno pensava che questo gruppo poteva trovare delle difficoltà in questo torneo. Non è stato così: il Cerignola ha preso di petto il campionato, lo ha iniziato bene, subì una sconfitta ma l’ha superata, senza fare drammi eccessivi quando la bisaccia non era pienissima. “Il nostro è uno spirito semplice, ma dall’animo forte – spiega il Ds Fernandez -. Per questo abbiamo fatto bene”. Squadra battagliera, l’Audace Cerignola di oggi. L’aggettivo, battagliera, è caro a Farina. Anche la matematica, ancora una volta, porta un premio a Farina: ecco il perchè. “Stiamo lavorando bene – ammette il tecnico -, tenendo una buona media punti, superiore a molte avversarie, alcune prima davanti a noi. Segno che abbiamo lavorato bene nelle ultime settimane”.

Domenica ancora in casa con il Novoli: una vittoria che sembra scritta. “Non voglio rilassamenti – conclude il tecnico del Cerignola -, se pensiamo di giocare con il Novoli per fare una scampagnata, facciamola direttamente in settimana, ma la domenica in campo dobbiamo dare il massimo, sempre”.

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