Cerignola. Il presidente Nicola Grieco. “Nessuna rivoluzione, ma rinforzi importanti”

Nessuna rivoluzione, solo aggiustamenti. Sei, sette volti nuovi e tante riconferme. “Vogliamo riconfermarci protagonisti anche in serie D – ammette il presidente Nicola Grieco -, migliorando naturalmente il valore qualitativo del gruppo. Da noi conta quello. Non vogliamo prime donne.

La filosofia è quella dell’aiuto, del lavoro, della complicità tra le diverse componenti della squadra e della società” puntualizza ancora il patron. Tra i primi obiettivi, c’è il bel calcio da offrire ai tifosi. Ritmi serrati, dunque, in casa dei gialloblu. Sono diversi i punti cardine della società. Bella sfida davvero, per tutti. Il blocco è unito. Le idee molto chiare. Il senso delle misure non è mai stato perso per strada.

E la nuova dimensione, adesso, impone scelte chiare e convicenti. Parole che, a distanza di poco tempo, potrebbero suonare come profetiche ed illuminanti. Si tratta di una sorta di percorso che porta sulla via di questo nuovo viaggio in serie D. Il presidente Nicola Grieco avrebbe voglia di raccontare il segreto della “sua” Audace. “E’ ancora troppo presto – spiega -, ma ci sarà ancora gente in squadra che giocherà per attaccamento alla maglia. Siamo partiti, stiamo rispettiamo i programmi.” La serie D sarà una bella sfida. “Affascinante, sicuramente. In città si è tutti carichi, tutti hanno stimoli da vendere”.

Entusiasmo e ponderazione: riparte da qui, l’Audace Cerignola che dopo il gran salto vuole comunque mantenere i piedi ben saldi a terra. In poche parole per il prossimo anno calcistico sarà importante trovare la giusta amalgama tra i nuovi e i vecchi, e remare tutti uniti verso un obiettivo importante. “L’importante è che si crei armonia – conclude il presidente Nicola Grieco -. Tutti, vista l’opportunità di giocare in un campionato come la D, dovranno avere voglia di fare i di mettersi in gioco per la squadra. Voglio un gruppo responsabile, che stia bene insieme. Il resto sarà la naturale conseguenza, ne sono sicuro.”

Antonio Villani (La Gazzetta del Mezzogiorno)

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