Il padre entra in campo e schiaffeggia l’arbitro, un ragazzino di 17 anni. Di tre anni appena più grande di suo figlio, che in quel momento giocava e che, in lacrime, ha chiesto scusa a tutti per il gesto del genitore.
Ancora violenza sui campi di calcio della provincia leccese. Dopo il fattaccio di Cavallino, preso di mira ancora una volta un giovane arbitro. È il secondo caso in otto giorni: l’aggressore, rivelatosi poi il padre di uno dei calciatori, ha scavalcato la rete di recinzione e ha picchiato in campo il giovane direttore di gara. Un brutto episodio.
L’arbitro di calcio della sezione di Casarano stava dirigendo l’incontro Tricase-Sporting Club Sogliano valevole per il campionato regionale giovanissimi.
L’incontro, che si giocava ieri mattina nell’impianto sportivo di Montesano Salentino, è stato sospeso nel secondo tempo.
La giovane giacchetta nera è stata soccorsa da alcuni dirigenti e dal padre che assisteva alla partita, e trasportata presso il pronto soccorso dell’ospedale di Tricase per essere medicato. Tre i giorni di prognosi. Un brutto episodio che nulla ha che vedere con il calcio. Non c’è decisione o svista arbitrale che possa giustificare tanta rabbia nei confronti dei direttori di gara.
Domenica scorsa nella gara di Seconda Categoria il primo episodio. Come si ricorderà, si stava giocando il secondo tempo di Cavallino-Cutrofiano. Quando l’arbitro, concesse il secondo calcio di rigore alla formazione ospite, fu aggredito da un giocatore e un dirigente. E come se non bastasse tanta violenza, si aggiunsero subito dopo le dichiarazioni fuori luogo del presidente della società.
Ieri, su un campo della provincia, come nulla fosse accaduto, nonostante la condanna unanime del gesto avvenuto sul campo di Cavallino e delle frasi sconsiderate del presidente, è tornata la violenza. Questa volta coinvolti purtroppo minori e genitori.
A Montesano si stava disputando una delle tante gare del campionato regionale giovanissimi. In campo l’età media dei giocatori era fra i 14 e 15 anni. L’arbitro quasi un loro coetaneo.
Ad assistere al match sugli spalti genitori e dirigenti del Tricase e dello “Sportinsieme” Sogliano. Al massimo cinquanta tifosi. Una gara come tante. In cui dovrebbe prevalere il bel gioco innocente e il fair play. Purtroppo così non è stato. Dopo un primo tempo tranquillo, nella seconda frazione di gioco, su una decisione del direttore di gara, contestata da alcuni tifosi, uno degli spettatori, il padre di uno dei giocato, ha scavalcato la recinzione del campo e una volta raggiunto l’arbitro, lo ha aggredito verbalmente e preso a schiaffi.
Gara chiusa. Il giovane arbitro è stato costretto a fare ricorso alle cure dei sanitari dell’ospedale “Panico” di Tricase. Intanto, unanime il sostegno portato al ragazzo, da colleghi e dal presidente della sezione AIA di Casarano, Andrea Camilli.
Ma il più affranto di tutti è il ragazzino, il figlio dell’uomo che ha invaso il campo. Ma se il gratuito atto di violenza di un genitore rappresenta, di certo, una pagina nera per il già vituperato mondo del calcio salentino, l’irrefrenabile pianto e le scuse del figlio per l’inspiegabile atteggiamento del papà costituiscano uno spot alla purezza ed alla lealtà che, specie a livello giovanile, dovrebbero sempre prevalere sull’agonismo.
Il giovane giocatore chiedendo scusa a tutti, arbitro in testa, ha dimostrato di avere una grande sensibilità e ben più sale in zucca del proprio genitore. È questo il quadro che viene fuori dal racconto del presidente dello “Sportinsieme”, Angelo Tundo. «Mi è stato riferito – dice il presidente – che, dopo aver chiuso il primo tempo in svantaggio di tre gol ed inferiorità numerica, i ragazzi stavano provando a risalire la china, visto che si erano portati sul 3-2.
A quel punto, pare senza una particolare causa scatenante, il genitore del nostro giovane e moralmente bravissimo calciatore ha pensato bene di scavalcare la rete di recinzione, avvicinarsi all’arbitro e mollargli un paio di ceffoni. Siamo oltremodo dispiaciuti per l’episodio, anche se è corretto specificare che questo signore nulla ha a che vedere con la società che rappresento e che lo “Sportinsieme Sogliano” ha per due anni consecutivi conquistato la Coppa Disciplina. Adesso c’è solo voglia di superare questo triste episodio ed, al riguardo, la reazione del ragazzino è stata esemplare. Dopo il pianto spontaneo, sono subito arrivate le scuse, per un comportamento non suo, all’indirizzo dell’arbitro e di tutti i contendenti. Cosa che fa onore al nostro ragazzo».
Il Quotidiano di Lecce
(Ha collaborato Francesco Rella)