L’Ascoli non sa più vincere. Che cosa sta succedendo ai gialloblu?

Una squadra dai due volti perde un’altra occasione per allontanarsi dalla zona playout

Guardi l’Ascoli delle ultime uscite e ti viene in mente un topos letterario che da sempre ha occupato ed affascinato lettori e scrittori, quello che rimanda a Jekyll e Hyde, al Medardo di calviniana memoria e ad innumerevoli altri. Il doppio ben si addice alla formazione allenata da Pietro Maiellaro, che si mostra sfacciata con le potenze del calcio regionale, addirittura irriverente, ma d’altra parte palesa tutte le sue fragilità e debolezze quando di fronte ci sono avversarie alla portata.
Solo per restare alle ultime giornate, in campo si sono visti due Ascoli, e diametralmente opposti: uno determinato, affamato, desideroso di portare a casa il risultato, e qualche volta pure ci è riuscito; ed un altro remissivo, quasi svogliato, incapace di gettare le basi per una vittoria che, pure, ci può stare. Anzi, ci deve stare, dato che la classifica parla di una squadra che sta sul filo del rasoio, e che ancora non è impelagata nella zona playout solo per il passo “lento” che portano le dirette concorrenti. È quanto si è visto ormai troppo spesso, in questo campionato: la compagine foggiana sfodera ottime prestazioni con Fidelis Andria, Atletico Mola, Atletico Vieste, Libertas Molfetta, Casarano, Virtus Francavilla ma arranca con squadre ampiamente alla portata, per tasso tecnico e posizione di classifica: quella contro il Castellaneta, che non vinceva in casa dal sei ottobre, è stata l’ultima di una serie di prestazioni sotto tono, cui si aggiungono quelle contro Stella Jonica, Copertino, Pro Italia Galatina; quel che più preoccupa è l’involuzione nel gioco, data la mancanza di idee a centrocampo, la leggerezza in difesa e l’attacco spuntato, ed il risultato è la sconfitta di domenica frutto di due disattenzioni difensive, una marchiana, e di zero occasioni offensive.
Così, da queste parti, si è condannati a soffrire fino all’ultima giornata, in un finale di campionato in cui di squadre toste, quelle contro le quali è facile trovare le motivazioni, sono in numero nettamente minore (Atletico Vieste, Gallipoli) rispetto alle squadre che sgomitano per un posto al sole (in casa Trani e Sudest, fuori Pro Italia Galatina, Francavilla Calcio, Manduria e Quartieri Uniti Bari), se non cambia qualcosa nella testa e nelle gambe del gruppo agli ordini di Maiellaro: il traguardo della salvezza, storica quanto la partecipazione al campionato di Eccellenza, deve spingere tutti, nessuno escluso, a dare il 101%, altre prestazioni scialbe ed incolori rischiano di compromettere un percorso che ha dato grandi soddisfazioni alla città, ai tifosi, alla dirigenza ed agli stessi calciatori.

AscoliSatrianoCalcio – Elio Gerardo Lavanga

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