Lodevole iniziativa dell’Audace Cagnano: domenica non si gioca, si dona sangue

Il calcio dilettantistico dovrebbe essere anche questo. Domenica 23 settembre la squadra non gioca al calcio, ma dona sangue. Ed allora dalle ore cagnano17 la società Audace Cagnano (che disputerà da domenica 30 settembre il campionato regionale di Seconda categoria) con i suoi calciatori e dirigenti mette a disposizione il proprio cuore per sensibilizzare la comunità locale alla raccolta di sangue. L’idea è partita dal medico sociale della squadra, Michele Di Nauta, membro della Frates di San Giovanni Rotondo, con sede staccata a Cagnano Varano, che vista la sempre carenza di donatori di sangue ha avuto l’ idea di unire le forze di due società, l’ una di volontariato e l’ altra sportiva, con il fine ultimo di sostenere il centro trasfusionale di San Giovanni Rotondo diretto dal dott. Di Mauro.

Ed allora la Frates di Cagnano Varano, viva da ormai da 30 anni, con il presidente MassimoTrombetta e la società sportiva Audax Cagnanum del cagnano 30-1-18presidente Giovanni Coccia del vice Giuseppe Russo e i suoi dirigenti. Un’idea diversa con la quale si osserva il calcio a 360 gradi, dove la vittoria non è l’ unica cosa che conta: educazione sportiva e rispetto dell’ avversario sono le basi della mentalità della dirigenza cagnanese. Su questa linea d’onda, l’idea di sfruttare l’ immagine di una società sportiva per sensibilizzare l’opinione pubblica verso un gesto tanto nobile quanto doveroso. Intanto le associazioni cagnanesi ringraziano l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, che nelle figure del dott. Di Mauro (direttore del centro trasfusionale), il dott. Di Bisceglie (direttore sanitario), il dott. Crupi (Direttore Generale), con la partecipazione del dott. Costanzucci-Paolino e dalla sua Equipe medica, per aver reso possibile la realizzazione di questo evento unico nel suo genere e senza precedenti.

“La speranza – si augura proprio il medico sociale della squadra del Cagnano, Michele Di Nauta – è che altre associazioni sportive, calcistiche e non, possano sensibilizzarsi verso problematiche che colpiscono l’ intera società in quanto non si vince solo con un risultato acquisito sul campo, altresi è mesterie ben piu arduo lasciare un segno indelebile della propria presenza e la donazione del proprio sangue non può che esserlo.”

Antonio Villani (La Gazzetta del Mezzogiorno)

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