San Giovanni calcio a picco. Adesso è tutto da ricostruire. Di chi la colpa?

Il San Giovanni è mestamente retrocesso in Seconda, dopo essere ripartito, una diecina di anni fa dallo stesso torneo per sfiorare il campionato di Eccellenza con un secondo posto (dietro all’Acquaviva) che ancora grida vendetta nel campionato di Promozione.

Una retrocessione annunciata, in realtà. L’organizzazione messa su durante l’estate scorsa faceva sperare in una stagione ricca di soddisfazioni, al punto tale che la rosa a disposizione del bravo tecnico Michele Vergura (poi esonerato a dicembre) era, sulla carta, in grado di competere con la categoria. Alla corte dei garganici, erano infatti arrivati calciatori dalle indubbie qualità tecniche oltre alle riconferme di alcuni dei pezzi pregiati della splendida covata delle giovanili di San Giovanni.

Il resto è storia recente: sdesso è tempo di guardare al futuro: la società (ci sarebbe da chiedersi quale però, visto che di fatto la stessa non esiste), sarà in grado di ripartire. E con quali obiettivi? Quali saranno le intenzioni di Giuseppe Cocomazzi, che, di fatto, resta ancora il presidente del sodalizio gialloblu; ma soprattutto, quali saranno quelle persone disposte a ripartire con l’intento di fare calcio in una città con mille problemi per il pallone.

L’unica cosa certa, è che gli sportivi sono stanchi di chiacchiere, false promesse e castelli di carta e si chiedono se forse non sarebbe il caso di affidarsi ad un calcio più “fatto in casa”, con gente locale disposta a credere ancora in un progetto calcistico possibilmente a lunga gittata, fatto di programmazione e serietà, a costi contenuti,  in quanto San Giovanni, oggi come oggi,  non ha nè le capacità, né tantomeno le possibilità per poter ambire e pretendere oltre, né probabilmente vi sarà qualcuno di fuori disposto ad investire soldi in una realtà tanto disastrata.

Un plauso andrebbe fatto a tutto coloro che, prima di scrivere la parola fine, hanno lottato sperando in una conclusione positiva della stagione. Queste persone, di certo, non sono retrocesse domenica, poiché la tifoseria, quella vera, sanguigna, potrà sempre vantarsi di aver sempre seguito, nella buona e cattiva sorte, la propria squadra, portando sempre in alto, con autentica fierezza, il vessillo gialloblu, sia in casa che in trasferta.

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