Sporting Apricena dopo la salvezza. “Ed ora programmiamo il futuro con Ferrara”

E’ arrivato in panchina Vincenzo Ferrara, motivato, ma conscio di non poter usare la bacchetta magica. Ferrara ci ha messo del suo. Ha chiesto disponibilità al lavoro, trovandola. Ha descritto, trasmettendola, la necessità di dover fare un sacrificio in più. Ha tessuto, sua mano, il drappo di un gruppo che stava perdendo la tramontana, riforgiandolo. Ha lavorato sulla testa e sulle gambe, sull’autostima e sulla fase difensiva, sulla capacità di gestirsi, mentalmente e fisicamente, e sulla necessità, perchè di necessità si trattava, di dover fare goal. Per forza, altrimenti erano dolori.

Il tecnico Ferrara ha trasmesso il suo credo, il suo calcio. Ha proposto la sua idea, dimostrandone la forza, le potenzialità, l’applicabilità. Il gruppo ha accettato i consigli, s’è messo al lavoro, a capo chino. Umiltà, professionalità: parole che a Ferrara sono care come poche. Sono state il dogma dello Sporting Apricena. Le ha chieste subito, ottenendole. I primi risultati hanno ridato vigore al movimento. I primi passi in avanti hanno risignificato ogni cosa: gli allenamenti, le fatiche, i concetti, il credo, i legami del gruppo, la struttura dell’insieme. Ferrara vuole sottolinearlo, scriverlo a caratteri cubitali: è la salvezza di tutti.

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